“Droni” si, “Droni” no, “Droni” boh…

Col termine “drone” si intendono, negli ultimi anni, quei velicoli multirotore che hanno cominciato a prendere piede nel mercato consumer.

Il più diffuso, a livello di utenza consumer, é sicuramente il Phantom (nelle sue varie varianti) della DJI, ma ci sono pure i micro e i nano multicotteri che vengon sempre più regalati a bambini (o meno bambini).

Quello che molta gente non sa é che non é possibile usare questi “droni” come e quando gli pare.
Se si usano per divertimento, ricadono sotto la sezione V dell’attuale regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto” dell’ENAC (Sì, l’Ente Nazionale Aviazione Civile) o sotto la Sezione VII del regolamento che entrerà in vigore il 15 Settembre 2015.

Perché bisogna sottostare ad un regolamento? Semplicemente, perché si va ad occupare uno spazio aereo…

Se poi si vuole invece lavorarci col “drone”, allora é un altro paio di maniche…
Il mezzo aereo non si configura più come Aeromodello, ma come S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), e qui le cose si complicano.
Per poter lavorare volando bisogna, innanzitutto conseguire un’abilitazione, poi registrare il proprio “drone” come S.A.P.R. e redarre il manuale operativo, fare un assicurazione sul “drone” ed inviare il tutto ad Enac, ed ogni volta che si vorrà volare, si dovrà inviare richiesta di autorizzazione.

Assolutamente vietato é il sorvolo di città e soprattutto di assembramenti di persone!!!!!!

Diciamo che ho buttato giù qualche idea.
Nel frattempo sto facendo il mio bel corso di abilitazione…